Mangia con il pane.
Parole semplici contenute in una frase che racchiude valori guida per la vita umana. Lo sa molto bene Oscar Farinetti che nel suo ultimo libro intitolato proprio così “Mangia con il pane”, il patron di Eataly scrive 197 pagine con il cuore di figlio del comandante Paolo, suo padre, della XXI brigata Matteotti Fratelli Ambrogio.
Non è solo il racconto della storia di uomo partigiano che combatté i nazifascisti sulle colline delle Langhe durante la Resistenza; è la descrizione di un periodo storico che va dagli anni del fascismo alla liberazione del 25 aprile 1945 rappresentata da episodi realmente accaduti in famiglia Farinetti e che testimoniano la pura follia del genere umano quando perde la coscienza e tocca il fondo come in quell’intervallo di tempo tra la prima e la seconda guerra mondiale.
“Questo libro nasce dalla volontà di ricordare il 70° anniversario della Resistenza” spiega Oscar Farinetti. “Il racconto della forza e della volontà degli italiani che si sono ribellati per amore dell’indipendenza lottando contro i mali peggiori del fascismo e cioè le leggi razziali, la totale mancanza di considerazione del significato della parola rispetto, la violenza e la corruzione. A ripudiare il fascismo con coraggio sono stati i giovani figli di genitori che, al contrario e per accettazione, lo hanno osannato”.
Oggi viviamo la necessità di una nuova primavera; i nostri figli, come allora, devono aiutarci a riprendere coscienza. La coscienza può aiutare un Paese ad autoregolarsi. – Oscar Farinetti
“Mangia con il pane” è stato presentato nel cuore della Resistenza, al Museo Cervi a Gattatico, Reggio Emilia, in ricordo dei sette antifascisti fratelli Cervi che furono prima catturati e poi fucilati per rappresaglia all’alba del 28 dicembre 1943. Italiani contro italiani. Un epilogo senza commenti.
I FRATELLI CERVI
Si chiamavano Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore. Giovani tra i 42 e i 22 anni. La loro famiglia era di estrazione contadina con papà Alcide e mamma Genoeffa Cocconi e altre due sorelle Diomira e Rina. Allo scoppio della seconda guerra mondiale il podere Cervi non è più solo un luogo di lavoro ma un centro di riferimento contro il regime mussoliniano. Alcide insieme ai figli crea dunque la banda partigiana “Banda Cervi” che prenderà parte attiva alla Resistenza.
FAMIGLIA CERVI
Nota per l’impegno ad aggiornarsi continuamente sugli studi di agricoltura per mettere in pratica le loro idee sempre all’avanguardia. Si racconta che un giorno Alcide Cervi, in giro per il mercato con la famiglia, acquistò un trattore e un mappamondo nello stesso giorno; segno dell’interesse per la conoscenza. Da quel giorno Alcide viaggiava sempre con il mappando sul suo trattore, espressione di innovazione. Oggi potremmo dire del senso profondo del 25 Aprile, la festa della Liberazione di tutti gli uomini. Uomini liberi che nessun regime potrà mai fare schiavi.
IL MUSEO CERVI
Gestito dall’Istituto Alcide Cervi. Finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, ha l’onere e l’onore di tramandare i valori di libertà, democrazia e progresso che hanno ispirato la grande stagione della Resistenza. I percorsi strutturati all’interno del Museo Cervi realizzati all’interno delle stalle di casa Cervi, rivivono con grande emozione e commozione la storia della famiglia Cervi e della Resistenza. Strumenti di lavoro, attrezzature, immagini e video che narrano una storia incredibile e ricca di valori-esempio per la nostra società. Tra le curiosità “La Stampa Clandestina”, l’originale macchinario per la stampa de L’Unità che clandestinamente distribuivano alla gente.
Il 25 aprile, il Museo Cervi ospita come ogni anno oltre 15 mila persone per ricordare e festeggiare quella libertà in nome dei fratelli Cervi. Tutto il giorno musica, stand gastronomici. Quest’anno ospiti d’eccezione il presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz, il presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini e il presidente della Fondazione per lo Sviluppo della Comunità e vedova di Nelson Mandela Graça Machel.