Lapponia, è la terra dei lamenti del mare, dove cantano i ghiacciai, dove le tenebre della notte non lasciano che pochi spazi alla luce del giorno; dove il ghiaccio e la neve rende magica e surreale un’atmosfera unica al mondo. Le favole, i miti, le leggende spaziano dai temi dell’Aurora Boreale e del Grande Vecchio, nume tutelare dell’ordine e della pace sulla Terra, a quelli della renna, l’animale cardine della “cultura lappone”, o di antiche divinità che la leggenda popolare vuole che abitino ancora in quelle terre.
E’ in questa magica atmosfera che ho deciso di seguire il viaggio di Daniel Mazza ed è stata una avventura stupenda; dove il sogno e la realtà si sono fusi: dando vita ad emozioni, sensazioni, immagini difficilmente dimenticabili. Una terra ai confini del mondo che mai avrei immaginato di conoscere e che oggi mi ha fortemente arricchito da un punto di vista non solo paesaggistico, ma umano e spirituale. Se esiste il “mal d’Africa” posso oggi affermare che esiste il “mal di Lapponia”; e per questo ho deciso di intervistare il fondatore del blog Mondo Aeroporto per condividere il suo viaggio epico via terra verso la Lapponia svedese. “La decisione di partire è stata immediata: abbiamo controllato tramite alcuni siti la situazione delle tempeste solari e ci è risultato che di lì a poco ce ne sarebbe stata una potentissima che avrebbe causato delle Aurore Boreali visibilissime per diversi giorni nel nord Europa. Sono partito con Carlo J Laurora del touroperetor Italianyes, un altro grande appassionato come me dei paesaggi nordici e della magia dell’Aurora”.
Daniel racconta l’itinerario, con audacia e solarità…
Abbiamo messo in conto di arrivare nella Lapponia svedese in 3 giorni via terra. Siamo partiti con la mia auto, per evitare probabili cancellazioni di aerei e limitare al minimo il contatto con altre persone. Da Torino, direzione nord, abbiamo attraversato Svizzera, Germania, Danimarca e poi finalmente siamo arrivati in Svezia, dove con altre 9 ore di auto ci siamo poi diretti verso la Lapponia, non prima di aver affittato un’altra auto in loco, con ruote chiodate, viste le strade ghiacciatissime. Il punto più a nord che abbiamo toccato è Kiruna, sul 66mo parallelo. A livello organizzativo non dev’essere stato facile, data la situazione attuale e tutte le restrizioni relative agli spostamenti tra paesi, per questo abbiamo scelto la Lapponia svedese anche perché la Svezia al momento è l’unico Paese che non ha imposto restrizioni ai confini. Nel mezzo, abbiamo avuto qualche problemino in hotel in Germania, dove ci sono alcune restrizioni per delle regioni italiane, e non volevano farci pernottare. Sarebbe stato un problemone, perché dopo una giornata intera in viaggio, siamo arrivati nei dintorni di Amburgo a mezzanotte.
Arrivati in Danimarca, invece, ci hanno preso i passaporti e ci hanno chiesto cosa volessimo fare e se sapevamo che il Paese in quel momento fosse chiuso o no. Eravamo preparati, sapevamo che la Danimarca consentiva soltanto il transito e infatti così è stato. In 2 ore eravamo fuori, arrivando così in Svezia. Dopo aver visto l’Aurora Boreale abbiamo deciso di rendere il viaggio ancora più epico. Abbiamo scovato alcuni posti incredibili dove alloggiare e così ci siamo decisi: erano assolutamente esperienze da fare. Abbiamo trovato un villaggio costruito nella foresta lappone, composto da casette ecosostenibili incastrate tra gli alberi. Poi abbiamo dormito in un hotel fatto interamente di ghiaccio con una temperatura di -5 gradi. La notte successiva abbiamo dormito in un igloo posizionato su un lago ghiacciato; per raggiungerlo abbiamo camminato per un quarto d’ora nella foresta, al buio, tra la neve, illuminati soltanto dai flash dei nostri telefonini. Ultima esperienza da sogno è avvenuta a Stoccolma, dove c’è un Jumbo 747 parcheggiato all’aeroporto di Arlanda: abbiamo dormito nella suite costruita all’interno del cockpit, con first class trasformata in salottino ed un balcone panoramico sull’ala. Che spettacolo!
Tante ore di viaggio e sacrifici sono state ripagate dalla stupenda Aurora Boreale avvistata. Eravamo a cena a Jokkmokk e ci siamo accorti che le nostre app stavano impazzendo – dice Daniel – la tempesta e l’attività magnetica stava aumentando, così siamo usciti in fretta e furia e ci siamo diretti verso una zona senza nuvole né inquinamento luminoso. Guardando il cielo abbiamo subito visto dei bagliori che iniziavano a ballare, diventando sempre più potenti e coprendo le nostre teste. Bagliori bianchi, poi gialli e poi verdi e noi siamo letteralmente impazziti. Tutta quella fatica ci aveva ripagato di questo spettacolo.
La fortuna ha fatto si di poter noleggiare una macchina fotografica molto potente che potesse riprendere in video l’aurora boreale, che ovviamente non è facile. Quindi abbiamo dei ricordi diversi rispetto ad altri viaggi, abbiamo foto che se non sei un professionista è difficile vengano bene. Grazie a questa macchina fotografica abbiamo un video che ci rimarrà impresso per sempre.
Ma un’altra cosa è importante: si tratta di “progetto Booking”; nato per caso, come tante cose.
Mentre eravamo in viaggio siamo stati contattati da booking che voleva “premiarci” per il viaggio assurdo che stavamo facendo. Stanno promuovendo una campagna che ha l’intento di far tornare le persone a viaggiare. Si tratta di un viaggiare “green”, ecosostenibile. Noi abbiamo accettato questa collaborazione e abbiamo stabilito che avremmo dormito in strutture assurde, volevamo mostrare posti stupefacenti, che facessero venire la curiosità di provare esperienze nuove. Infatti abbiamo dormito in una foresta lappone con delle costruzioni incredibili, casette sugli alberi ecosostenibili. Abbiamo dormito in un hotel di ghiaccio che ogni anno viene ricostruito nella stagione fredda. Abbiamo dormito in un igloo poggiato su un lago di ghiaccio e poi la chicca finale, abbiamo dormito in un aereo riadattato a Stoccolma.
Lorenzo Palma