“La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai” scriveva il filosofo e poeta statunitense dell’ottocento Henry David Thoreau. Mai come in questo periodo di emergenza sanitaria bisogna credere profondamente in questo pensiero. Dopo le prime settimane del rifiuto alla verità e a quello che stava accadendo, del sentimento di libertà più forte di qualsiasi virus, del “non accettare le cose come stanno” da parte di noi italiani e poi dell’umanità del resto del mondo, è arrivata la consapevolezza che di COVID-19, o più comunemente coronavirus, si muore ed è molto contagioso.
E così accade che le azioni di solidarietà si sono moltiplicate a dismisura, assistendo a scene di epocale rarità. In Italia in primis. Si, è bella questa “altra” Italia mai così attenta alle questioni sociali. I più deboli, “gli invisibili”, ora sono ben visibili e qui e nel mondo ci sentiamo tutti accomunati dallo stesso problema. Bella questa altra Italia ricca di giovani laureati in medicina che in migliaia hanno deciso di scendere in campo per salvare vite dal coronavirus a loro rischio e pericolo, bella questa cosa che oggi le persone e i famigliari si dedicano con cura e attenzione agli anziani chiamandoli più spesso al telefono o portando loro la spesa a casa. E’ spiazzante l’aiuto della Germania all’Italia con l’aereo dell’aeronautica tedesca atterrato a Bergamo per trasportare a Colonia i pazienti di COVID-19, il lockdown ha fatto crollare persino l’inquinamento e il report sulla delittuosità in Italia; l’elaborato della Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza mostra solo segni “meno” come lo sfruttamento della prostituzione (-77%), le violenze sessuali (-69%), i furti in genere (-67,4%), i furti in abitazione (-72,5%), i furti con destrezza (-75,8%), le rapine in uffici postali (-73,7%) e una diminuzione meno rilevante altri reati quali le rapine (-54, 4%) e quelli inerenti gli stupefacenti (-46%). Incredibile vedere parlare meno i politici, vederli lavorare e addirittura vederli riuscire a creare decreti che curano l’Italia dall’oggi al domani quando sembrava, fino a un mese fa, che fosse impossibile trovare soluzioni economiche per il Paese e le persone in difficoltà. Fantastico assistere finalmente in TV a informazioni di pubblica utilità, surreale assistere al triste spettacolo degli italiani che contano i numeri da coronavirus e non quelli da followers, e soprattutto incredibile vedere finalmente chiaro lo scopo nobile dell’utilizzo di internet e dei social network; si perché sappiamo che Internet, “La più grande invenzione del Novecento”, parola di Rita Levi Montalcini, siamo stati in grado di sfruttarla molto bene, ma anche molto male. In particolare attraverso i social network diventati negli ultimi anni lo “sfogatoio” dei leoni da tastiera o “vetrina” alla Amsterdam red light district. In queste settimane stiamo dimostrando molto talento solidale sui social network, finalmente stiamo imparando tutti (e non solo le aziende per business) a utilizzare tutte le capacità di condivisione di questi strumenti per comunicare cosa sappiamo fare, per intrattenere, per stare assieme tra amici, per recitare poesie, per studiare, per donare, per sposarsi, per riportare testimonianze reali e non fake! abbiamo imparato addirittura a scartarle e a denunciare subito le false notizie che ci infastidiscono. Vogliamo sapere la verità.
“La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai” , SI tutto questo bene tornerà indietro una volta usciti da questa crisi, bisogna crederci. “La solidarietà è l’unico investimento che non fallisce mai” SI oggi come ieri, e lo testimonia il gesto e la dichiarazione del premier albanese Edi Rama che ha accompagnato la partenza del team di 30 tra medici e infermieri per l’Italia. «Noi non siamo ricchi e nemmeno privi di memoria non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà». Ho elencato solo alcune di quelle scene da film che resteranno nella nostra memoria per tutta la vita e che sapremo raccontare ai nostri nipoti o alla nuova generazione che verrà. Ricordiamoci di riabbracciarci più forte, non dimentichiamoci di tutta questa solidarietà; l’unico investimento che non fallisce mai.
Stefania Mafalda