Nel 2018, dopo aver raggiunto quota 25 punti vendita in giro per il mondo tra Italia, Stati Uniti, Giappone, Emirati Arabi Uniti, Turchia e Brasile, Eataly va alla conquista di Parigi grazie ad un accordo chiuso con il gruppo Lafayette. Seguendo la stessa formula utilizzata per l’internazionalizzazione negli Stati Uniti e in Turchia, Eataly arriverà a Parigi con un franchising gestito dal gruppo francese, il quale sarà il proprietario anche dell’immobile e distributore e sviluppatore esclusivo per il mercato d’Oltralpe. Il negozio sarà aperto a rue Sainte-Croix-de-la-Bretonnerie, nel centralissimo quartiere del Marais (4° arrondissement) in un edificio di 4.000 metri quadri accanto al grande magazzino BHV Marais, sempre di proprietà del gruppo Lafayette.
Parola a Oscar Farinetti:
«Il mercato francese offre importanti opportunità per il Made in Italy. A Parigi, come nelle altre grandi capitali del mondo, amano i prodotti gastronomici italiani; in questi ultimi anni i punti vendita della gastronomia ’Made in Italy’ si sono letteralmente moltiplicati. Ma aggiungerei che i Francesi, e i Parigini in particolare, sono tra i più competenti al mondo in fatto di cibo di qualità. Dunque non sarà semplice. Tuttavia conto proprio sulla loro competenza per arrivare al successo. I nostri rapporti con il BHV sono ottimi. Il BHV appartiene a Les Galeries Lafayette, nostri partner d’eccellenza in questo progetto.
Il format di Eataly è apprezzato in tutto il Mondo e proporremo anche a Parigi uno store in linea con la nostra filosofia. Eataly Parigi sarà un luogo dove comprare i prodotti di eccellenza italiani ma anche un luogo dove degustare la vera cucina italiana grazie ai suoi ristoranti, dove sarà possibile seguire corsi di cucina mediterranea tenuti da maestri importanti , infine visitare le sale espositive a tema. Il nostro obiettivo è di portare la meraviglia della biodiversità italiana nel mondo, esportare l’Italian Lifestyle e la nostra cucina, promuovendo prodotti di stagione e un’alimentazione responsabile. Aggiungo però che Eataly non è la solita catena. Gli Eataly sono fratelli. E, come tutti i fratelli, hanno nome e valori comuni ma caratteri diversi. Dunque anche l’Eataly di Parigi avrà il suo carattere specifico e non poco inciderà quell’atmosfera tutta parigina della città che ha inventato la ristorazione nel mondo.
I ristoranti saranno come al solito vari, monotematici e verranno gestiti direttamente con il nostro personale. Inoltre proporremo un ristorante gourmet pluritematico. per questo dobbiamo ancora decidere se offrirlo in gestione oppure farlo direttamente. Decideremo insieme ai nostri partner di Les Galleries. Come sempre facciamo in ogni luogo del mondo riserveremo uno spazio alle eccellenze indigene. In Francia non vi è che l’imbarazzo della scelta. Credo che ci concentreremo su pochi prodotti che oltre che buoni, portino in sé una grande storia e un forte rispetto verso creato e umani.
Ad oggi Eataly conta 25 grandi realtà di cui 15 in Italia e 10 all’estero. Eataly è presente in Europa, Stati Uniti, Brasile, Middle East, Turchia, Korea e Giappone. Nei prossimi mesi, entro la fine dell’anno apriremo altri 6 Eataly in Usa, Danimarca, Russia, Middle East e Italia. Esiste poi un potente programma di nuove aperture con l’obiettivo di raddoppiare il fatturato nel 2018, di circa 500 milioni quasi la metà all’estero. Cercheremo di raccontare la meraviglia dell’enogastronomia italiana sempre di più e sempre meglio.
Ho ceduto le quote di famiglia ai miei tre figli almeno da un paio di anni. Il 60% del Gruppo è controllato da loro, attraverso la società madre Eatinvest. Il 20% appartiene a Tamburi investment Partners e il restante 20% è di proprietà del mio socio storico Luca Baffigo Filangieri e di sua moglie Elisa Miroglio. Ora Eataly è diretta dal nostro nuovo Presidente esecutivo Andrea Guerra, il quale coordina il lavoro dei tre Ceo, i miei due figli Francesco e Nicola e Luca. Sono molto contento di questo nuovo assetto che sta ottenendo ottimi risultati».
Soddisfazione per il nuovo Fico Eataly World inaugurato il 15 novembre di quest’anno a Bologna. Si tratta della più grande realizzazione al mondo di un luogo per celebrare la biodiversità italiana, dalla terra alla tavola. Fico è l’acronimo di Fabbrica Italiana Contadina. 100.000 mq, due ettari di campi e stalle con più di 200 animali e 2mila cultivar; otto ettari coperti con 40 fabbriche di alimentari in funzione (dove i visitatori possono vedere e sperimentare come si lavorano carne, formaggi, pasta, olio, ma anche cosmetici), 45 luoghi ristoro (dai ristoranti stellati ai chioschi di street food) e 9mila metri quadrati di mercato e botteghe dove acquistare cibo e design per la cucina dei grandi marchi dell’industria italiana. Non è finita qui. Ci sono un campo di beach volley dove giocare sulla sabbia, mini golf, campo giochi, sei aule didattiche e sei grandi “giostre” educative per far conoscere i segreti del fuoco, della terra, del mare, degli animali, delle bevande e del futuro; un centro congressi (modulabile da 50 a mille persone) e un programma di 30 eventi e 50 corsi ogni giorno. Si circola con biciclette speciali, una cosa unica al mondo. Si attendono 6 milioni di visitatori per anno con una potente presenza di turisti stranieri.