Ho verificato un certo grado di stress tra le persone e ho pensato che c’era bisogno di un segnale di cambiamento che non doveva essere solo una novità gestionale ma una metamorfosi delle persone. Vedevo troppi colleghi standardizzati e chiusi nei propri ruoli.
Da questo pensiero dell’italiano Stefano Bacci, direttore di produzione di Eurosystem, nasce Esserci; un gruppo di lavoratori che viene guidato da un professionista in un percorso di consapevolezza.
Recenti studi di importanti centri di ricerca americani, svolti nel corso degli ultimi 20 anni e riguardanti centinaia di aziende in tutto il mondo, hanno dimostrato che esiste un legame fra job satisfaction, (ovvero il grado di soddisfazione professionale del personale e management aziendale nell’ambiente lavorativo), la produttività e redditività dell’azienda. “Esserci” adotta la meditazione, attraverso questa si cambia approccio nel curare i sintomi che compongono il mal-stare. La via inizia proprio da un approccio centrato sul cuore del dipendente così come hanno fatto aziende importanti: una per tutte Google.
In cosa consiste il metodo “Esserci”. Le tre fasi…
Si comincia dall’espressione corporea, in abiti comodi in uno spazio adeguato si fanno esercizi yogici che aiutano a riprendere il controllo del proprio corpo, abbattendo i nodi fisici dello stress. Nella seconda fase si lavora su un processo di dissonanza cognitiva dove le persone si allenano a mettere in discussione il loro pensiero negativo e a riformularlo in base alle emozioni assolutamente armoniche e positive. La terza fase è la spiegazione dell’intelligenza emotiva ovvero, la capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni e quelle degli altri. La seconda e terza fase consistono nell’annotare episodi emozionalmente forti che accadono durante la giornata attraverso la compilazione di una scheda con dei campi specifici: situazione attivante (descrizione della situazione che ha attivato l’emozione), i pensieri (descrizione dei pensieri in quel momento), le emozioni (come si è sentito), i comportamenti (come ha reagito) e il livello di intensità (poco, molto, moltissimo, etc).
Nella stessa scheda si compilano i campi con il punto di vista da osservatore. Rispondendo a domande come: questo pensiero corrisponde alla realtà obiettiva dei fatti, come mi risulta percepirla? Questo pensiero mi aiuta a sentirmi psicologicamente ed emotivamente bene? Questo pensiero serve a farmi sentire e comportare come desidero sentirmi e comportarmi? E così via… La descrizione della situazione da un altro punto di vista aiuta a capire che il tutto poteva essere gestito in modo diverso, fino ad arrivare alla riformulazione del pensiero riconoscendo la possibilità di poter gestire le emozioni in modo armonico e positivo.
I risultati…
Il gruppo è diventato più collaborativo nei confronti dei colleghi e contribuisce alla produttività dell’azienda.
È migliorata l’efficienza delle persone, si sono abbassati gli indici di stress e soprattutto la squadra si è sentita vincente e con un senso di appartenenza all’azienda.
Molti dei partecipanti hanno mostrato gratitudine all’azienda per aver permesso loro di crescere come persone.