La Salerno Design Week, dal 21 al 24 maggio 2025, è un audace manifesto di rinascita culturale, artistica, economica e sociale promosso da Confindustria Salerno, con l’obiettivo di stimolare una maggiore consapevolezza verso il nostro patrimonio civico e ambientale e per sostenere progetti condivisi di rigenerazione urbana a Salerno e nella sua provincia, fino alla valorizzazione dei suoi bellissimi borghi, attraverso il design e l’arte, con un approccio inclusivo, integrato e responsabile.
Salerno e le sue bellezze

Salerno e i suoi dintorni offrono un mix affascinante di storia, natura, arte e mare. È un posto che ha molto da raccontare, sia per le sue città vive e storiche, sia se si ama perdersi tra borghi e panorami mozzafiato. É una delle province più estese della Campania, di cui costituisce la parte meridionale, ed è una delle più ampie d’Italia, con i suoi ben quasi 5000 kmq di superficie.
Tra siti archeologici tra i meglio conservati al mondo, come Paestum, paesi diventati famosi grazie a celeberrimi film come ‘ Benvenuti al Sud’ , girato a Castellabate, e peculiarità gastronomiche famose a tutti come come la colatura di alici di Cetara, la mozzarella di bufala e, chiaramente, i piatti a base di pesce, fanno di queste zone une una delle zone d’Italia , e della Campania, fra le più amate.
Il leitmotiv dell’evento : la gentilezza del Design
Il leitmotiv per quest’anno è ‘ la gentilezza del design’, come strumento importante e delicato per migliorare concretamente la qualità della vita, partendo dagli oggetti di quotidiano utilizzo, fino agli spazi che abitiamo e al territorio che viviamo, promuovendo bellezza, inclusività e armonia. Tanti saranno i talk, le vetrine, gli incontri diretti con i designer e gli architetti coinvolti, che daranno dei concreti contributi ai vari interventi di migliorie urbane, dialogando coi cittadini all’interno dei negozi del centro città.
Perché una Design Week:

Gli obiettivi della Salerno Design Week sono, dunque, sintetizzati nei punti chiave del suo manifesto:
• valorizzazione del comparto manifatturiero locale, con un focus particolare sulle eccellenze del Design salernitano
• rigenerazione urbana, progetti capaci di trasformare aree degradate e in disuso in spazi di aggregazione e bellezza;
• crescita della consapevolezza della cittadinanza attiva, coinvolgendo, università, comunità e imprese nel preservare e promuovere la cultura d’impresa e la cultura del Design, coinvolgendo le future generazioni partendo dai più piccoli;
• promozione turistica e attrattività del territorio, grazie a mostre internazionali, eventi culturali e collaborazioni con artisti di rilievo per destagionalizzare i flussi turistici che si concentrano in pochi periodi dell’anno.
La Salerno Design Week è curata da Giovanna Basile (Presidente Gruppo Design/Tessile/Sistema Casa), Stefania Rinaldi (Vice Presidente al Made in Italy) Confindustria Salerno e coordinata scentificamente dalla Prof.ssa Vittoria Marino.
L’evento PRO – DESIGN
L’evento “PRO-DESIGN” , ad esempio, in programma il 22 aprile e organizzata da Confindustria Salerno, in collaborazione con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, sarà un racconto imprenditoriale attraverso il dialogo tra due mondi: Produzione fortemente connotata Made in Italy e Design. La narrazione di uno spaccato dell’economia locale, con il coinvolgimento di imprenditori rappresentativi delle 4A–Alimentare, Arredo, Abbigliamento e Automazione–per far emergere il valore che il Design occupa nella Produzione del Bello e Ben Fatto italiano, in termini estetici e funzionali, ma anche connotazione intrinseca di Made in Italy. L’appuntamento si inserisce in un percorso che, dal 21 al 24 maggio, vedrà Salerno palcoscenico della Design Week, evento internazionale che celebra il Design come una delle più alte espressioni del Made in Italy, partendo dalla consapevolezza che “dove c’è progetto c’è design” e valorizzando la capacità del design italiano di generare cultura e promuovere connessioni. Al centro, la mostra “La casa del silenzio imperfetto”, con designer di fama mondiale già protagonisti al MoMA di New York e alla Milano Design Week
La mostra : ‘ La casa del silenzio imperfetto’

Visitabile a Palazzo Pinto dal 21 maggio al 3o agosto 2025, si intende sviluppare, attraverso una serie di frammenti espositivi, un percorso sull’arte di abitare, mettendo al centro di un mandala virtuale, fatto di oggetti, di opere e di architetture, la figura del collezionista, figura che nella società contemporanea ha affiancato, a volte superandole, le due personalità del curatore museale e dell’artista, a testimonianza di una passione che spesso sconfina in un voluttuoso desiderio di infinito.
La Casa del Silenzio Imperfetto rappresenta un tentativo di dare un luogo a una linea d’orizzonte, un luogo che Roberto Calasso ha definito come un chi, e non come un dove o una cosa. Un tentativo di offrire una rappresentazione del topos più oscuro e incerto dell’animo umano, quello che segna il confine tra la terra e il cielo. L’esposizione vuole affrontare queste tematiche postulando l’imperfezione come trama fondante di un discorso sull’arte di abitare, un dialogo costruito attraverso un itinerario di lettura che simula l’inquietudine del collezionista, grazie a casualità ragionate, grazie all’accumulo di frammenti testuali e visivi.
Pittura, fotografia e scultura divengono così indispensabile complemento di un design piacevolmente complice di una scrittura peripatetica, priva di un centro definito, che riassume in sé le possibili ansie di un ‘infinito collezionistico’. Un pericoloso percorso di avvicinamento all’idea dell’habitat come forma d’arte assoluta, che vive indipendentemente dalla volontà del suo autore, grazie allo sguardo dell’altro, sguardo necessario ma spesso non condiviso.
Uno spazio costruito quindi come un mondo immaginario che si oppone al mondo reale come un’isola dove la vita si consuma in felice solitudine. Un frammento domestico concepito come un contenitore di memorie, un universo di cose, di brandelli di esperienze, che trasforma l’uomo comune in un potenziale artista concettuale.
Un sogno di appartenenza, laddove l’altro diviene familiare e amico, addomesticato attraverso l’accumulo selettivo di oggetti, segni, che ricomposti in buon ordine danno significato al suo essere nel mondo. L’opera del collezionista, come autore e creatore di mondi, trova rifugio in un luogo privilegiato, la casa, che ha bisogno della consapevolezza e del consenso degli altri, utilizzando essenzialmente categorie estetiche che superano di gran lunga le potenziali motivazioni economiche.
É quindi il risultato della stratificazione di tre diversi valori che compongono una collezione d’arte: l’involucro architettonico, la sua capacità di riflettere positivamente il sistema di relazioni che lega le singole opere, l’insieme degli oggetti che ne delineano l’orizzonte funzionale anch’essi chiamati a concorre alla qualità ambientale della casa, le opere d’arte che compongono il nucleo silente di quell’ambiente.
La Casa del Silenzio Imperfetto allude, quindi, ad una disciplina che non vede nelle cose solo un fascio di funzioni, ma coglie in maniera simbiotica un altro sistema di relazioni che poco o nulla a che fare con le banali funzioni della vita quotidiana. Una disciplina fatta di silenzi rumorosi, di sensorialità rarefatte, disposte nella quiete domestica per accogliere quello spirito che accomuna ogni opera d’arte degna di questo nome.
Contributo a cura di Chiara Vannini