La musica scandisce da sempre l’epoca in cui viviamo

Music-Language

La musica oggi non è solo un prodotto artistico, ma è anche un potente strumento di interpretazione e di risposta ai grandi temi del nostro tempo.

La musica, dunque, non solo accompagna la nostra esistenza, ma diventa una chiave per leggere e comprendere l’epoca in cui viviamo: è uno dei linguaggi universali più potenti, in grado di esprimere emozioni, riflessioni e visioni del mondo. Come segno dell’epoca in cui viviamo, si fa portatrice delle dinamiche sociali, culturali e tecnologiche del nostro tempo, contribuendo a plasmare e a riflettere la nostra realtà. La musica, infatti, non è solo un insieme di suoni e melodie, ma una forma di comunicazione che risponde alle sfide e alle trasformazioni del contesto storico in cui è creata.

Mario Marcarini
Mario Marcarini

Sempre per stare nel “mood” post Sanremo, che tanto ha creato dibattito, soprattutto per ciò che ha riguardato la composizione dei testi delle canzoni, abbiamo approfondito in maniera autorevole con lo storico della musica, Mario Marcarini: personalità nota nel mondo della comunicazione discografica, promotore di eventi legati al segmento della musica d’arte, relatore e scrittore per famose case editrici.

Un’interessante intervista che ci spiega anche aspetti della musica, spesso sconosciuti, in relazione, in particolar modo, a quella espressa nella nostra epoca:

 

  1. Qual è la tua attività principale nel mondo della musica? 

Sono orgogliosamente uno storico della musica inteso come attività di analisi della storia come azione determinante e come fenomeno fondante di tutto quello che siamo. Sono convinto, infatti, che esistano stretti rapporti di cause-relazioni e che non ci siano fenomeni a sè stanti, ma ci siano comunque degli accadimenti che sono conseguenza e causa di altri.

2.  La musica, quindi,che rapporti ha con la storia e con la storia musicale del festival di Sanremo?

La musica è un fluire di situazioni, epoche, persone… e che porta a un distinzione, a mio parere innaturale – per arrivare quindi a parlare di Sanremo in generale – fra muscia pop ( popolar) e musica colta: già nel medioevo, molti compositori importanti prendevano spunto proprio dalle canzoni popolari, tema principale anche, spesso, della musica religiosa e sacra. Ad esempio Giovanni Palestrina, uno dei massimi esponenti musicali del rinascimento, ha composto opere ispirate da musiche popolari, che sarebbero poi diventate l’0ssatura delle messe che si cantavano nella Cappella Sistina. O, un altro esempio, Gioacchino Rossini, alla sua epoca era una “pop star” diremmo noi ora: con la sua musica colpiva il pubblico dei suoi giorni. Così è Sanremo, sin dalla sua prima edizione: intrattiene in maniera “leggera” il suo pubblico, gli italiani in primis ( anche se sappiamo benissimo che è un momento molto serio, invece, dove girano affari economici di forte impatto sul territorio locale e nazionale) : un fenomeno che rappresenta, senza giudizi o pregiudizi, la cultura di oggi. Bisogna analizzarlo e capirlo, se possibile, con un occhio critico, adeguandosi ai nostri tempi, e raccontare i fatti, come farebbe effettivamente lo storico in genere. 

 

3. Che idea ti sei fatto delle critiche rivolte alla gestione manageriale di alcuni cantanti in gara? 

L’interpretazione che è stata data dopo la proclamazione della classifica, è stata davvero fuorviante per il messaggio stesso del festival, cioè di farsi espressione di ogni epoca. Ogni canzone in gara aveva portava in sè qualcosa di nuovo da dire, da proclamare in musica: e ogni melodia aveva sicuramente un ritmo che, magari per pochi ma, a lungo andare, per tutti, ci si ricorderà nel tempo.

4. Qual è, dunque, il leit motiv che unisce musica classica e musica moderna? 

La musica, lo ripeto, è fortmente legata alla propria cultura: una Marcella Bella che canta ‘Montagne Verdi’ negli anni 60, ovviamente aveva più senso: cantarla ora, probabilmente, non avrebbe lo stesso apprezzamento. Per fare il riferimento con la musica classica, lo stesso grande Giuseppe Verdi, il maestro del Risorgimento, viene preso a riferimento del sentimento nazional popolare dell’Italia che rinasceva a nuova vita.

Sanremo potremmo anche dire che si pone come l’evento della musica italiana dove ogni persona riconosce anche  la sua funzione di collante linguistico tra i nuovi linguaggi parlati e trasferiti in note musicali e quelli tutti i giorni.

 

Intervista a cura di Chiara Vannini

 

 

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