Le spedizioni totali di Champagne nel 2024 ammontano a 271,4 milioni di bottiglie, con un calo del 9,2% rispetto all’anno precedente.
Il Comité Champagne, creato dalla legge francese del 12 aprile 1941, ha sede a Epernay e riunisce tutti i viticoltori e tutte le Maison di Champagne. L’organizzazione interprofessionale rappresenta uno strumento di sviluppo economico, tecnico e ambientale, mettendo le due professioni in relazione tra loro e favorendo la conduzione di una politica di qualità costante e di valorizzazione del patrimonio comune della denominazione.
I membri dell’organizzazione, in particolare David Chatillon- presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del
Comité Champagne- , hanno rilevato che, la concomitanza degli avvenimenti in Medio Oriente e le guerre in corso, non hanno sicuramente giovato nè i consumi interni in Francia, nè tanto meno le esportazioni verso i Paesi tradizionalmente vocati all’apprezzamento di questo vino prezioso e delicato, come ad esempio l’Italia o gli States: “è nei momenti meno favorevoli che dobbiamo prepararci per il futuro, per mantenere la nostra rotta in termini di sviluppo sostenibile e di conquista di nuovi mercati e nuovi consumatori. Lo Champagne è un modello organizzativo solido e sostenibile, che ha dimostrato il suo valore anche di fronte alle avversità e che dà fiducia nel futuro”, afferma Chatillon.
Nel 2024 il mercato francese ha rappresentato 118,2 milioni di bottiglie (-7,2% rispetto al 2023) e continua a risentire del contesto politico ed economico negativo.
L’export, pari a 153,2 milioni di bottiglie, è in calo del 10,8% rispetto al 2023 ma, la percentuale di esportazioni (56,4% del totale) rimane significativamente superiore alle vendite sul mercato interno, confermando l’inversione di tendenza registrata negli ultimi anni.
Per Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vignerons e co-presidente del Comité Champagne, lo Champagne è un vero e proprio barometro del sentimento dei consumatori : “non è il momento di festeggiare, con l’inflazione, i conflitti in tutto il mondo, l’incertezza economica e un atteggiamento politico attendista in alcuni dei principali mercati dello Champagne, come la Francia e gli Stati Uniti”