Almhof Call, l’arte dell’ospitalità a San Vigilio

Almhof Call

Siamo stati i primi in zona ad avere un televisore in hotel. Clienti di uno sci club di Lubecca, a nord della Germania, erano diretti a Cortina per le Olimpiadi del 1956 e, bloccati a San Vigilio a causa di una slavina che aveva reso inagibile la strada, hanno soggiornato qui da noi. E così, mio nonno è corso in banca a chiedere un prestito e acquistare una TV per accontentarli e permettere loro di godersi le gare seduti su un divano“.

E’ Oliver Call a raccontarci questa bella storia di arte dell’ospitalità; Oliver, terza generazione della famiglia Call, gestisce con orgoglio – assieme ai fratelli Jessica e Michael – l’Almhof Hotel Call che un tempo – negli anni ’30 – era una piccola pensione nata per volere del nonno e poi, oggi, trasformata dal papà Franz Call in un albergo benessere a quattro stelle superior con 45 camere. “Fino al 2005 l’hotel era dotato di due discoteche situate al piano inferiore dove ora c’è la spa” continua Oliver. “In quegli anni eravamo un luogo di intrattenimento per l’Alto Adige e per gli ospiti, poi il turismo ha subito un’evoluzione e se tempo fa si veniva in vacanza per divertirsi, ora si cerca la pace e il relax”. 1.300 metri quadrati di area wellness “BelSana” dove l’area beauty è un tempio di benessere naturale con trattamenti anche di osteopatia e di cure olistiche.

Oliver, l’atmosfera che si respira qui all’Almhof Call è calda e famigliare. Complici anche gli ambienti totalmente in legno antico e quel tocco di design elegante. Qual è il vostro rapporto con la sostenibilità?

Ci impegniamo tutti i giorni, e il più possibile, a compiere azioni nel rispetto dell’ambiente. Utilizziamo materiali provenienti dalle valli ladine per l’arredamento delle camere e dell’hotel e il lavoro è affidato ad artigiani locali. In cucina usiamo prodotti locali, cerchiamo di utilizzare il meno possibile la carta digitalizzando menu e altro materiale informativo, l’energia idroelettrica utilizzata é prodotta localmente da centrali idroelettriche e l’utilizzo di generatori permette di usare il calore per riscaldare l’intero hotel. Facciamo il possibile, ma con la consapevolezza che un hotel a quattro stelle non potrà mai essere 100% sostenibile. C’è sempre un qualcosa che può essere migliorato e, per definizione, la nostra attività ha comunque un impatto sul pianeta.

Come definireste la cucina del vostro ristorante? 

Genuina, a base soprattutto di prodotti dell’Alto Adige, ma anche internazionale. C’è sempre quel cliente che chiede la banana o l’ananas e non sempre mele… Siamo molto attenti alle esigenze dei nostri ospiti, offriamo ogni giorno un menu vegetariano e pronti ad alternative per chi ha intolleranze o allergie, o per chi è vegano.

Avete circa il 60-70% di ospiti italiani, il resto sono tedeschi, austriaci e svizzeri, oltre a qualche americano, australiano o qualcuno dell’est. Cosa li attrae verso la destinazione San Vigilio di Marebbe? 

San Vigilio di Marebbe è una chicca, non abbiamo traffico di passaggio ed è ancora oggi un paese a misura d’uomo; gli hotel sono a conduzione famigliare e quindi non grandi alberghi, ma luoghi intimi e riservati. E con le piste da sci vicine del comprensorio sciistico di Plan de Corones.

Siete noti anche per i raduni di moto e auto sportive, a tal proposito? 

Si, l’iniziativa nasce dalla passione per le moto di mio padre e successivamente anche mia. Ogni anno da maggio a ottobre, organizziamo il Dolomites Tour Ride, quattro escursioni guidate in moto alla scoperta delle strade più belle dell’Alto Adige e delle Dolomiti. Compreso il famoso tour dei 13 passi con 20.000 metri di dislivello e 360 km in un giorno. Nel 2025 celebriamo il nostro 25° anniversario!

almhof call

Nuovi progetti per il futuro?

Siamo costantemente alla ricerca della qualità e dell’efficienza. Cerchiamo sempre di fidelizzare i nostri clienti e prenderci cura dei nostri collaboratori. A piccoli step continueremo a ristrutturare ogni ambiente dell’hotel, utilizzando legno antico delle vecchie stalle che richiede un grosso lavoro di recupero e di artigianalità locale.

Stefania Mafalda

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