In principio fu “spa” acronimo latino che sta per “salus per acquam”. E infatti andar alle terme, in Europa, è stile di vita ereditato dai Romani che costruirono terme quasi ovunque, mettendole a disposizione di tutti, utilizzando la loro arte di captare, incanalare e distribuire l’acqua, sia quella potabile sia quella termale. E hanno costruito acquedotti ed edifici termali che hanno retto all’assalto del tempo e sono ora in molti casi beni culturali archeologici restituiti dopo il restauro alla fruizione degli Europei e dei turisti che visitano l’Europa.
Per gli antichi romani i bagni alle terme non erano solo un modo per passare il tempo ma un vero e proprio rituale. Le terme pubbliche a Roma, che si ispiravano al ginnasio greco e al bagno a vapore egizio, arrivarono nel 25 a.C. portate da Agrippa anche se, già da molti anni i balneum erano molto frequentati. Le terme pubbliche furono così amate dai romani che in seguito gli imperatori fecero a gara per superare i propri predecessori nel costruire nuove terme sempre più grandi e belle. In realtà le terme non erano solo un luogo dove fare il bagno caldo ma un vero e proprio centro ricreativo e di aggregazione, all’interno vi si trovavano infatti centri sportivi, piccoli teatri, locande, ristoranti e saloni per le feste! Solitamente ogni centro termale, pur mantenendo i bagni come “attrazione” principale, offriva qualcosa di particolare ai propri ospiti: un panorama affascinante, un centro sportivo di alto livello, magnifiche librerie e molto altro ancora.
Ma non solo Roma: perché qui andiamo alla scoperta dei Bagni Vecchi di Bormio, che sono riconosciuti come uno dei centri termali più famosi in Europa e, ogni anno, accolgono innumerevoli persone alla ricerca di una vacanza indimenticabile. Queste acque termali hanno ricevuto una classificazione come ipertermali, alcalino, solfato, terrose. Le acque minerali sgorgano a una temperatura compresa fra i 37° e i 43°, risultando così tra le poche naturalmente calde a Sud delle Alpi. E la loro storia è vecchia di secoli. Queste acque termali di Bormio furono per la prima volta citate da Cassiodoro in una lettera all’imperatore Teodato (535 – 536 dC), dove parla di “Aquae Burmiae” (probabilmente identificabili con gli attuali Bagni Romani). Poco meno di mille anni dopo, due illustri personaggi quali Leonardo da Vinci (nel 1493) e Ludovico il Moro (nel 1496) vi avrebbero soggiornato. Leonardo, a tal proposito, fece una citazione all’interno del Codice Atlantico: “In cima alla Valtellina c’è Burmi. A Burmi sono i Bagni”.
Poi ci fu un periodo di splendore durante i primi due secoli della dominazione dei Grigioni (1512 – 1797), mentre il periodo napoleonico (inizio Ottocento) e quello immediatamente successivo videro un netto degrado. Austriaci e garibaldini occuparono poi i Bagni durante il Risorgimento e solo nel 1903, grazie alla costituzione della “Società anonima Bagni di Bormio” avvenne un miglioramento della situazione. Da allora, esclusa qualche vicissitudine, i Bagni di Bormio avrebbero conosciuto una crescita esponenziale fino a divenire l’odierno centro termale di fama mondiale.
Che sia estate o che sia inverno, sicuramente vi colpirà il fascino di questa immensa vasca panoramica all’aria aperta che – a picco sulla rupe – vi aspetta per un dolce bagno antistress, lasciandoti coccolare dal tepore di acque calde mentre lo sguardo spazia sulla Magnifica Terra dall’alto della rocca dei Bagni. Per poi passare alla Grotta Sudatoria di San Martino; un bagno turco naturale, un percorso disintossicante che si sviluppa lungo due gallerie scavate nella roccia per oltre 50 metri. Realizzata nel 1827 conduce fino a una delle sorgenti di acqua termale per un affascinante viaggio nel tempo. Ma il percorso continua.
Dedicata all’epoca del Medioevo, questa area dei Bagni Vecchi è un percorso disintossicante per la cura del corpo che sfrutta le peculiarità ed i benefici effetti delle saune, ispirandosi agli elementi naturali, in un contesto architettonico antico e suggestivo. Infine un accenno ai Bagni Imperiali, con il loro percorso tonificante, effervescente e luminoso sono stati realizzati per recuperare un completo benessere fisico e psichico, alternando servizi termali a zone di relax in accoglienti salette panoramiche. Vasche sequenziali con diversi servizi termali intitolate a sovrani e condottieri. Completa il tutto una esclusiva ed elegante casa vacanze con 14 suite-appartamenti con arredi di design e impreziositi da pareti decorate in esclusiva per QC Terme da Paolo Galetto.
Un viaggio indimenticabile, affascinante: che abbiamo voluto coronare con una vettura la cui prova è stata emblematica. Erede di un mito del fuoristrada, la nuova Land Rover Defender è una delle auto più attese dagli appassionati. E le prime impressioni ricavate dal test dei prototipi già facevano discutere: in particolare ci si chiedeva se il moderno telaio a scocca portante – scelto per migliorare rumorosità, comfort e la guida su asfalto – avrebbe fatto rimpiangere la vecchia soluzione a longheroni. Inoltre all’epoca i tecnici non avevano chiarito se la Defender 2020 avrebbe avuto le marce ridotte oppure no: un’ipotesi che, semplicemente, faceva rabbrividire… Di seguito le osservazioni più interessanti, sottolineate dai colleghi della stampa estera, che invece verificheremo quando potremo metterci noi al volante dell’iconica 4×4.
La Land Rover Defender rinasce per continuare ad impressionare. Al Salone di Francoforte, dove è arrivata dopo oltre 2 milioni di chilometri di test, è arrivata scendendo da una rampa con un’inclinazione da brividi: 42°. Il fuoristrada che ha fatto la storia continua ad avere caratteristiche che la distinguono.Ad esempio i 90 centimetri di profondità di guado, i 900 chilogrammi di carico utile o i 3.500 kg di capacità di traino. Anche se esteticamente e tecnicamente conserva solo il nome del glorioso precedessore, mandato in pensione dopo 68 anni, la nuova Land Rover Defender ne eredita la vocazione. Il design è ispirato ai nuovi modelli ed è decisamente più arrotondato ed elegante rispetto a prima. Il suv è diventato più urbano, anche se rimane robusto e importante nella sua presenza su strada.
Il costruttore ne parla come il “4×4 per ogni spedizione”, anche grazie al Terrain Response 2, arricchito con il nuovo programma Wade. La commercializzazione della nuova Land Rover Defender scatterà l’anno prossimo con le versioni 90 e 110 (5+2). In realtà, almeno inizialmente sarà disponibile la sola variante a passo lungo ed a cinque porte, la 110 (4,76 metri), il cui prezzo oscilla tra i 57.400 ed i 101.400 euro. La più compatta 90 misura 4,32 metri di lunghezza, avrà tre porte e potrà ospitare fino a 5 persone avrà un listino che parte da 51.400 euro.
La gamma motori comprende unità benzina e diesel con potenze comprese fra i 200 ed i 400 CV. Poi arriveranno anche le versioni plug-in (PHEV). Il primo a debuttare (già nel 2020) sarà il P400 a benzina ricaricabile, la cui autonomia a zero emissioni non è stata ancora anticipata. Le unità a gasolio sono il D200 e il D240, quattro cilindri con tecnologia twin turbo sequenziale da 430 Nm di coppia. Il D200 consuma 7,6 l/100 km. I propulsori a benzina sono il quattro cilindri turbo P300 ed il sei cilindri P400 MHEV, cioè mild hybrid.
Lorenzo Palma
Molto interessante