Vetusta Nursia. Una scommessa vinta, un mettersi in gioco alla fine vincente. Ma soprattutto un sogno diventato realtà. Parte da Norcia la storia di Gabriele Verucci quando al posto di salumi e formaggi decide di costruire una fabbrica del cioccolato. Un desiderio innato, una voglia di realizzare quello che da bambino sognava, vedeva e non poteva: il cioccolato. A 50 anni un uomo che ha deciso di mettersi in gioco, di sognare alla grande con una famiglia che all’inizio l’ha preso per matto. “Cioccolato…con Perugia vicino e tante, troppe botteghe a produrlo – ci racconta Arianna Verucci, che dopo la morte del padre avvenuta appena dopo il terremoto è ora il core business dell’Azienda – in una zona poi come Norcia dove il nome stesso richiama la lavorazione della carne suina.
“Ed è proprio dal marchio di fabbrica l’altra grande particolarità: perché papà Gabriele non ha voluto che la fabbrica si chiamasse con il nostre nome ma proprio per il profondo amore delle sue origini ha pensato a Vetusta Nursia che è appunto l’antico nome di Norcia, come testimonia la porta di ingresso della cittadina”. Da allora ne hanno fatto di strada i Verucci: partiti da zero nel terreno comprato dai miei genitori la prima produzione è stata subito un successo: “non solo la linea del cioccolato ma anche quella relativa alla pasticcieria secca, biscotti e panettone con ricette tutte umbre. “Non ho voluto fare l’università a Roma ma mio padre mi ha subito messo in amministrazione occupandomi delle relazioni con clienti e forza vendita. Ma ho capito subito che era la parte produttiva, con le sue ricette, composizioni, filiere e prodotti finali, il mio desiderio. Non è stato facile: papà mi ha trasmesso tutto il suo carisma, la sua inventiva, il suo creare nuovi prodotti; mi ha in definitiva trasmesso l’essenza di una azienda vocata alla piacevolezza dei nostri clienti”.
Ed è così che Gabriele Verucci, il Willy Wonka di Norcia, ha passato il testimone nelle decisioni sempre più importanti “ dalla scelta delle fave di cacao, alle diverse produzioni, confezionamento fino alla vendita”. Ma la vita tutta in salita per Arianna forse doveva ancora cominciare: una tragedia improvvisa che ha cambiato il destino di migliaia di persone, il terremoto. “Dopo la prima grande scossa con la casa per aria e tutti per strada sono corsa in azienda. Uno scenario apocalittico: macchinari a terra, il tetto scoperchiato, muri crepati, fogli del confezionamento colorati svolazzanti per quello che rimaneva dei locali di produzione.” Ma per questa i dolori sembrano non finire mai: Papà e mamma Verucci “ci hanno lasciati a breve distanza l’uno dall’altra. Avevo toccato il fondo del mio dolore ma mi restava una sola cosa da fare, rimboccarmi le maniche, affrontare tutto per far ripartire la fabbrica con gli 8 dipendenti.
Ora è solo un ricordo ma da quel ricordo ne siamo usciti più forti, più vogliosi di affrontare le numerose sfide che avevamo davanti e che ci hanno portato a diventare una realtà di prim’ordine nel panorama cioccolatiero del nostro Paese. Oggi la Vetusta Nursia è articolata in circa 350 prodotti: tutti con un rigoroso disciplinare che ne testimonio una filiera di assoluta eccellenza. L’intera gamma dei prodotti è basata sul riferimento di ricette vecchie di secoli ovviamente rivisitate ed adeguate al gusto della moderna clientela. Principe dei prodotti è il cioccolatino al tartufo che Gabriele Verucci ha iniziato a commercializzare quasi per caso.
Era d’estate e mio padre lasciò nel frigo a causa del caldo una tavoletta di cioccolata vicino a dei tartufi del posto.
Quando tutti noi assaggiammo il cioccolato questo era impregnato da un odore talmente forte di tartufo che il pensare di produrre proprio un cioccolato con un aroma simile è stato immediato…
Da allora è diventato il prodotto di punta della Vetusta Nursia, conosciuto in Italia e all’estero. Assieme ad altri prodotti a base di cioccolato: da quello fondente bianco “sul quale viene poggiato uno strato di farro, o nocciola, o mandorle e macadamia. Altro prodotto storico è il Krok al farro soffiato che viene passato su pietra diventando una tavoletta deliziosa fatta a mano. Così come il torrone al tartufo, biscotti con farina di lenticchie, ceci e roveja. Le fave di cacao sono altamente selezionate e provenienti da diverse parti del mondo”. Prodotti davvero di eccellenza che testimoniano non solo la storia di Norcia ma l’imprenditoria di una famiglia che è stata capace di risollevarsi e che oggi ha ancora tanto da dire a livello di dolcezza.
Lorenzo Palma
Una persona ‘core business’ di un’azienda?
Ciao, si usa come terminologia.