A pochi giorni dall’apertura ufficiale della 52° Vinitaly (Verona, 15-18 aprile) sono stati resi noti i risultati dell’indagine “Il futuro dei mercati, i mercati del futuro”: gli ultimi 10 anni e i prossimi 5 realizzata da Vinitaly-Nomisma. L’Italia cavalca e trascina l’onda dei consumi di sparkling nel mondo: +240% in 10 anni, contro media mondiale a +50. E’ Italia leader in 16 mercati mondiali, contro 29 della Francia. C’è anche il controsorpasso dell’Italia ai danni della Francia negli Stati Uniti. Secondo le elaborazioni Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base doganale, nel primo bimestre 2018 il vino del Belpaese è infatti cresciuto in valore del 3,8%, contro il +3,4% dei transalpini. Un testa a testa che vede ora primeggiare il prodotto made in Italy con 243 milioni di euro e la Francia al seguito con 227 milioni di euro. Nel Sud del mondo (più Cina) però ha un peso ancora marginale, con quote di mercato sotto il 10%. E nei prossimi 5 anni il forecast ci premia in Cina (+38,5%), Russia (+27,5%), Usa (+22,5%) e Giappone (+10%). In stagnazione UK e Germania.
Dati alla mano che confermano che da bevanda storica del Vecchio Continente a simbolo globale del lifestyle, crescerà ulteriormente ma in gran parte fuori da dove è nato. Il vino nel mondo è cambiato e lo farà ancora di più nel prossimo quinquennio. Una second life del principale asset del nostro export agroalimentare (quasi 6 miliardi di euro il valore esportato nel 2017) che i produttori dovranno coltivare sì in vigna ma anche sui mercati, nel marketing, nelle praterie digitali. E in questo contesto anche il peso dei Paesi buyer cambierà inesorabilmente, con la geografia dei consumi concentrata sempre più oltre i confini europei. Con Cina e Russia, seguite dagli Stati Uniti, che da Est sono pronte far lievitare gli ordini (anche italiani), complice l’escalation del Pil pro-capite che nel Paese del Dragone è atteso in crescita addirittura del 10,6 per cento.
«Motivi strutturali, geopolitici, ma anche di marketing e commerciali» ha spiegato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese. «Siamo ancora troppo poco organizzati e decisivi nel posizionamento di un prodotto il cui vero discriminante sarà sempre più quello del prezzo e non del volume, che non è certo illimitato. Oggi per sopperire al nanismo delle nostre imprese e per penetrare nei mercati più lontani da noi sul piano delle affinità culturali serve un brand ombrello e una struttura qualificata in grado di accompagnare nel mondo non le singole aziende ma tutto il made in Italy enologico con modalità aggregative».
Per il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani: «Dobbiamo essere in grado di cavalcare alcune tendenze che ci favoriscono, come quella sparkling dei consumi mondiali, che è stata l’arma vincente degli ultimi anni, con una crescita nel decennio del 240% a fronte di una media mondiale sul segmento ferma a +50%. Con Vinitaly lavoreremo sempre di più fuori dai confini nazionali, anche in stretta collaborazione con ICE-Agenzia, perché siamo e restiamo convinti che solo attraverso un progetto di promozione di sistema oggi sia possibile per il vino italiano crescere in valore».
Il futuro dell’ecosistema-vino italiano. Le previsioni di export al 2022…
Per l’Italia, che presenta variazioni complessivamente in linea con la domanda generale di vino, il forecast a 5 anni presenta una media di crescita in valore dello 0,5% annuo in Germania e dell’1% nel Regno Unito (valori leggermente inferiori al mercato). Va meglio in Giappone, dove il trend delle vendite dovrebbe crescere nell’ordine del 2% l’anno e ancora di più nel principale mercato per il vino italiano, in Usa, con variazioni previste attorno al 4,5% annuo e un incremento medio ipotizzato da qui al 2022 del 22,5%. Infine i 2 mercati top a maggior tasso di crescita, con la Russia che dopo la crisi del Rublo ha ripreso a volare (+27,5%) e la Cina, su cui si ipotizza un incremento nell’ordine del 38,5%.
L’analisi previsionale (forecast) di Nomisma Wine Monitor su consumi ed import di vino nel prossimo quinquennio è stata realizzata attraverso l’implementazione di un modello complesso che comprende dati e informazioni qualitative (consumer insight e stakeholder consultation) e quantitative (variabili economiche e socio-demografiche) derivanti da fonti statistiche (pubbliche e private) e literature review.
Programma completo della manifestazione su www.vinitaly.com