Con la vendemmia in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 10 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da opportunità di lavoro nella filiera a 1,3 milioni di persone. La vendemmia 2016 coinvolge 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole. Vendemmia straordinaria quella di quest’anno. In Italia nel 2016 si prevede una produzione complessivamente in aumento di almeno il 5% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri dello scorso anno, secondo Coldiretti, anche se con un andamento fortemente differenziato tra le diverse regioni, che varia dalla previsione di crescita del 15% in Puglia al calo del 10% in Lombardia, per effetto del bizzarro andamento climatico.
Dal punto di vista quantitativo è probabile che l’Italia conquisterà anche quest’anno il primato produttivo rispetto alla Francia, continua la Coldiretti. In Italia se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola.
Voce ai produttori…
«Raccolta con un clima ideale: le belle giornate di agosto hanno assicurato una maturazione delle uve lenta, con buona dotazione zuccherina e un’acidità superiore alle aspettative, soprattutto dopo un’annata agraria sfidante» ha commentato Marcello Lunelli, Vice Presidente e Responsabile Tecnico delle Cantine Ferrari, ricordando come le frequenti piogge della prima parte dell’estate abbiano messo alla prova la professionalità dei viticoltori trentini. «La previsione a oggi è di una vendemmia quantitativamente inferiore all’anno precedente ma lunga, ben distribuita e con ottimi esiti in termini di complessità e finezza degli aromi; il successivo lavoro in cantina saprà poi ulteriormente esaltare le migliori caratteristiche di Chardonnay e Pinot Nero per creare Trentodoc di grande eleganza».
«Abbiamo cominciato con la base spumante per il nostro Rosè da Negroamaro» spiega Gianfranco Fino, pluripremiato produttore di Primitivo di Confagricoltura Taranto. «Abbiamo fatto il primo taglio del Primitivo. Stiamo procedendo con la valutazione sensoriale delle bacche nelle nostre vigne tra Sava e Manduria. Un lavoro impegnativo che porta il vignaiolo a “studiare” le sue vigne, vecchie di 50 e sino a 90 anni, come in una grande partita a scacchi. Abbiamo vigne dislocate in dieci particelle diverse ed è il motivo per cui facciamo una vinificazione parcellare. Il Primitivo ha una buccia sottile e delicata, va curato con molta attenzione e poi tocca alla bravura del vignaiolo tirarne fuori il meglio. Il segreto sta nel produrre bene vini ad alta gradazione ma con un grande equilibrio, come dicono i francesi. Per questo il Primitivo ammalia tutti, per il corpo, la struttura, la tannicità, la finezza e l’eleganza».
«Per la nostra azienda è stata un’annata favorevole, la qualità delle nostre uve è nettamente superiore allo scorso anno» afferma Leonardo Zerilli, Cantina Terre del Sole in Sicilia. «Quest’anno la raccolta per noi è iniziata il primo di agosto con il pinot grigio, poi a seguire lo Chardonnay, il Syrah, il grillo; e il Catarratto. Buona parte di produzione è stato raccolta a mano in cassetta con selezione del grappolo, per l’altra parte invece abbiamo eseguito la raccolta meccanica; si spera di terminare la raccolta tra qualche settimana, ricordiamo sempre che tutte le uve di Terre del Sole prodotte da quest’anno portano tutte il marchio biologico».