L’Italia della gola vanta una straordinaria capacità di produrre beni che, per originalità e stile, raramente trovano eguali nel mondo. E allora perché i nostri cuochi devono andare in pellegrinaggio a San Sebastian, nei Paesi Baschi, per scambiarsi, e spesso copiare, idee con gli altri cuochi del mondo?
Elementare, Watson! direbbe Sherlock Holmes nella celebre frase inventata dall’attore William Gillette che nel 1907 lo interpretava nell’omonimo film. In effetti è proprio elementare il pensiero dello scrittore e giornalista Paolo Marchi che, nella sua semplicità, nel 2005 a Milano ha dato vita all’ideazione e alla realizzazione del primo congresso italiano di cucina d’autore, Identità Golose.
Perchè “Identità” e gli chef…
Il titolo del congresso non è stato scelto a caso ma con la mirata intenzione di dare luce a quelle “identità”, quegli artigiani della gola che nella gastronomia si distinguono perchè ogni giorno sanno dare un’impronta originale al proprio lavoro conservando tradizione e liberando la propria creatività.
Dalla prima all’undicesima edizione di quest’anno (tutte organizzate da MAGENTAbureau), Identità Milano ha accolto sul palco i più grandi chef della cucina e della pasticceria italiana tra i quali Carlo Cracco, Massimiliano Alajmo, Davide Scabin, Nadia Santini, Heinz Beck, Davide Oldani e Ugo Alciati. Cuochi di cui l’Italia deve essere orgogliosa ma che, come sottolinea Paolo Marchi, “non ci deve autorizzare a credere di essere i migliori in assoluto”. Pertanto, ecco la presenza a Identità Golose di una buona percentuale di cuochi stranieri come Ferran Adrià, Andoni Luis Aduriz e Quique Dacosta dalla Spagna, Wylie Dufresne dagli Stati Uniti e Jean-Luc Fau dalla Francia.
Il Congresso e non solo…
Insomma, Paolo Marchi con la sua Identità Golose rappresenta il principale promotore della cucina italiana nel mondo. Il congresso milanese è cresciuto molto negli anni tanto da dover cambiare sede e spostarsi da Palazzo Mezzanotte al Mi.Co Milano Congressi di via Gattamelata. Le edizioni, svolte ogni anno tra i mesi di gennaio e febbraio, hanno visto esibirsi oltre 400 cuochi, pizzaioli e pasticcieri da più di 20 Paesi del mondo. E ancora: successivamente alla prima edizione, Identità è approdata anche a Londra, San Marino, Shanghai e New York e all’evento principale sono nate iniziative collaterali come Milano FOOD&WINE Festival e Ristoranti Fuori Congresso.
Identità Cortina e l’agricoltura di montagna…
La creatività di Marchi non finisce qui; da questo sabato 5 a domenica 6 settembre si svolge la seconda edizione di Identità Cortina. L’evento prevede la cena su prenotazione il sabato a La Corte del Lampone del Rosapetra Resort di Cortina con menu di chef come Alessandro Favrin, Norbert Niederkofler, Alfio Ghezzi e Riccardo Gaspari.
Domenica 6, invece, va in scena il brunch al El Brite de Larieto con piatti preparati dal padrone di casa Riccardo Gaspari e i suoi colleghi Favrin, Davide Scabin e Massimo Alverà. Perchè Identità Cortina? L’intento di Paolo Marchi è molto chiaro e si esprime in questa sua dichiarazione:
Circondati quasi ovunque dal mare ci dimentichiamo che in realtà il nostro Paese è quasi ovunque montano. L’agricoltura italiana di montagna è incredibile perché regala una grande varietà di sapori e intreccia il suo sapere con quello di tante culture extranazionali: la Francia, la Svizzera, l’Austria. Tutti prodotti e tecniche che vorremmo fossero valorizzati per quello che meritano
Nell’attesa di scoprire nel 2016 quali nuove e gustose sorprese la prossima edizione di Identità Golose riserverà al suo pubblico affezionato, è possibile comodamente da casa consultare i profili degli chef e le loro ricette su www.identitagolose.it.
Nella foto di copertina di Francesca Brambilla e Serena Serrani, lo chef Massimo Bottura impiatta il suo Compromesso Storico, ovvero Tortellini alla panna (di affioramento).